Il nuovo Samsung Galaxy S III ha guadagnato senz’ombra di dubbio il titolo di terminale Android più atteso dell’anno: per la prima volta un device equipaggiato col sistema operativo Google ha raggiunto livelli di curiosità così elevati, ben paragonabili quelli registrati da un nuovo iPhone. Tuttavia la macchina organizzativa di Samsung ce l’ha messa davvero tutta per preservare la sorpresa fino alla data di lancio.
Vediamo quali accorgimenti ha adottato la casa coreana per evitare “leaks”. Per tutelare il suo nuovo dispositivo di punta Samsung ha adottato contromisure degne dei migliori film di spionaggio. Iniziamo col dire che l’azienda ha cercato di limitare all’osso il team che si è occupato dello sviluppo del terminale, contrariamente a quel che avviene di solito, quando nuovi handsets vengono seguiti da gruppi di lavoro piuttosto nutriti e che si ampliano man mano che si avanza nello sviluppo. Ma i dettagli succosi non finiscono certo qui: Samsung aveva infatti dedicato al Galaxy S III un laboratorio a parte, accessibile unicamente con scheda di sicurezza e tramite rilevamento di impronte digitali. I prototipi del dispositivo poi venivano custoditi in scatole di sicurezza anche solo per brevi spostamenti. Inoltre sono stati realizzati tre differenti prototipi per evitare che la versione reale saltasse fuori.
- “I got so many questions about the GALAXY S III from friends and family. But I’d say ‘don’t ask me or you’ll get me fired.’ I told them to check it out after it was officially made public.”
Da queste poche righe si può trarre una minima idea di quanto difficile sia effettivamente evitare che alcuni particolari di un dispositivo tanto atteso vengano fuori. A posteriori, visto che l‘hype per il Galaxy S III è salito a ritmi esponenziali giorno dopo giorno, si può forse dire che ne sia valsa la pena.
FONTE: Androidiani