TechEarthBlog: Speciale OS X Lion

Installazione

Tra le tante novità che è possibile trovare in Mac OS X Lion, la prima e soprattutto quella che l’utente noterà immediatamente, è l’assenza di un supporto fisico per l’installazione. Nella sua incessante opera di conversione verso la digital delivery,Apple ha scelto di distribuire il suo ultimo sistema operativo esclusivamente attraverso il Mac App Store. Niente DVD o pen drive. L’installer di Lion viene scaricato come si trattasse di un’altra app disponibile sullo store digitale di applicazioni gestito daCupertino, ma questo non significa che non sia possibile crearne un DVD da poter mettere da parte e, eventualmente, usare in caso di necessità.

All’interno del file scaricato da App Store è presente (è sufficiente mostrare il contenuto del pacchetto all’interno del Finder) una immagine disco in formato dmg che può venire masterizzata su un DVD attraverso Utility Disco.

Avere a disposizione Lion su un disco esterno può essere utile per diverse ragioni, la prima delle quali è la possibilità di accedere al sistema operativo e al suo installer anche in caso ci siano problemi con il disco rigido del computer su cui viene installato.Lion crea una partizione di recupero che l’utente può utilizzare in caso di problemi con il software, ma credo sia preferibile avere una versione del file su supporto ottico in caso anche l’hard disk decida di fare i capricci.

La seconda importante ragione per cui si dovrebbe scrivere l’immagine di Lion su unDVD è la possibilità di accedere ad Utility Disco per fare una installazione formattando il computer. Potreste voler sfruttare l’occasione del passaggio ad un nuovo OS per dare una ripulita al vostro hard disk e non lasciare alcuna traccia di Snow Leopard, ma l’installer di serie di Lion non permette di accedere alle utility. Una volta lanciata l’app viene creata una partizione di installazione sul disco rigido del computer. Quando questa è pronta il Mac viene riavviato e l’installazione di Lion parte in automatico. Viceversa se si effettua il boot da un DVD con l’immagine di Lion è possibile accedere alle Utility ed effettuare una inizializzazione.

Per il resto l’installazione non presenta sorprese. Si tratta del solito procedimento guidato che, in poco meno di un’ora, vi permetterà di fare il vostro primo avvio di Mac OS X Lion. Prima di lanciarvi nell’impresa, vi consiglio di dare una letta ai consigli utili sulla preparazione del Mac per l’installazione di Lion.

Safari

In un’epoca in cui la navigazione sulla rete è diventata esperienza quotidiana, è evidente l’importanza di avere un browser in grado di concorrere con l’agguerrita offerta presente sul mercato. La formula di Safari 5.1 cerca di fornire qualcosa di nuovo agli utenti Mac, pur mantenendo l’aspetto del già noto browser di Cupertino.

Non appena lanciata l’applicazione, la prima differenza che salta all’occhio è l’icona di un paio di occhiali nella barra dei preferiti. Questa permette di accedere alla già discussa Reading List, o Elenco Lettura, se preferite la versione italiana. Una funzione che darà qualche grattacapo a ReadItLater e Instapaper. Cliccando un link mentre si tiene premuto Shift, oppure selezionando nel menu Preferiti la voceAggiungi a Elenco Lettura, il collegamento alla pagina che si sta visualizzando viene memorizzato da Safari, consentendo all’utente di tornare alla pagina in un secondo momento senza la necessità di creare un preferito. Pare che iOS 5 integrerà a sua volta la funzione e non è da escludere che i segnalibri creati da Elenco Letturasaranno automaticamente sincronizzati con iOS in un futuro prossimo.

In tutto il sistema operativo ha preso piede anche l’utilizzo delle gesture multitouch che, attraverso il trackpad di un MacBookoppure tramite il Magic Trackpad, permettono di effettuare azioni che richiedevano in precedenza la pressione di uno o più tasti. Anche Safari non è da meno. Per tornare alla pagina precedente è possibile infatti cliccare al solito sulla freccia in alto a sinistra nella finestra, oppure scorrere con due dita verso destra per spostare la pagina che si sta visualizzando e scoprire, sotto di essa, la pagina precedente. Proprio come se tutte le pagine visitate fossero l’una appoggiata sull’altra, è possibile visualizzare la pagina successiva scorrendo con due dita verso sinistra. Si tratta di un modo intrigante e piacevole di navigare la propria cronologia recente.

Nelle precedenti versioni di Safari, i download si accumulavano in una finestra secondaria dell’applicazione. Ora quando si avvia un download, una icona compare automaticamente in alto a destra nella finestra dell’applicazione. Una piccola barra mostra l’avanzamento complessivo dei download, mentre premendo sull’icona è possibile visualizzare i singoli file, la velocità di scaricamento e il tempo mancante al termine del download.

La barra di ricerca ricalca quella di iOS 4. Ora si può effettuare la ricerca di una parola in una pagina scrivendola nella barra di ricerca, e selezionando nella finestra che compare l’opzione Cerca in questa pagina. Si tratta di un sistema introdotto su iPhone iPad con iOS 4.2, e ora portato anche su Mac OS. È comunque possibile visualizzare la barra di ricerca già presente nelle precedenti versioni di Safari premendo Cmd+F, o selezionando l’opzione Cerca nel menu Composizione.

Sempre in linea con il browser di iOS, e ora possibile effettuare un doppio tap con due dita per zoomare una zona particolare della pagina, esattamente come avviene suiPhone e iPad. Il pinch-to-zoom funziona alla stessa maniera anche qui, e invece di ingrandire le dimensioni dei caratteri, zooma su una porzione di pagina.

Una modifica “sotto il cofano” di Safari riguarda invece WebKit2. Si tratta di una versione avanza di WebKit che utilizza il processo principale per ricevere gli input dell’utente, mentre un processo secondario si occupa di effettuare il rendering della pagina. Questo significa che una pagina che presenta qualche bug o un plugindifettoso non interromperà la navigazione dell’utente anche se si presentano problemi. Come se non bastasse il processo di rendering è separato dal resto del sistema operativo e questo permette massima sicurezza.

Safari, come quasi tutte le altre applicazioni fornite con il sistema operativo, permette di essere utilizzato a tutto schermo. Premendo l’icona caratteristica della funzione nell’angolo in alto a destra della finestra, il browser apre un nuovo Space e lo occupa completamente. In questa modalità viene visualizzata solo la barra principale oltre che, ovviamente, la pagina web visitata. Per visualizzare i preferiti e il resto dell’interfaccia è sufficiente spostare la freccia verso l’estremità superiore dello schermo.

Mail

Contrariamente a Safari, che ha mantenuto il look della vecchia versione aggiungendo tante novità, Mail appare completamente rinnovato già al primo lancio. Seguendo le orme di iOSApple ha cercato di rendere il client di posta elettronica integrato nel sistema operativo molto simile a quello di iPad. Dopo avere impostato un account la cosa diviene rapidamente chiara.

Nella parte sinistra della finestra vengono visualizzati i titoli delle mail, i mittenti e alcune righe di anteprima, mentre cliccare su una di queste anteprime permette di visualizzare il testo completo della mail nella parte destra dello schermo.

Personalmente la trovo una soluzione non solo più semplice, ma anche studiata per sfruttare al meglio lo spazio disponibile sul display. È comunque possibile far comparire una sorta di barra laterale simile a quella del vecchio Mail, ma si tratta di una feature che, di default, è nascosta.

Accedere alle mail contrassegnate ora è ancora più semplice grazie alle bandierine colorate che è possibile abbinare a messaggi importanti con un paio di clic. I modelli non sono stati aggiornati, e le grafiche create da Cupertino per le occasioni speciali sono le stesse che era possibile trovare in Leopard e Snow Leopard.

Una delle funzioni più comode è probabilmente il raggruppamento in argomenti. Se state ricevendo e inviando un gran numero di mail con la stessa persona (o con lo stesso gruppo di persone) riguardo lo stesso argomento, Mail ordinerà tutte le mail sotto un’unica voce, permettendovi così di scorrere la discussione senza dovere saltare da una mail all’altra.

Di più, Mail nasconde automaticamente tutte le fastidiose “code” delle mail di risposta in cui viene riportato quello che era stato scritto dal mittente. È possibile visualizzare queste code semplicemente selezionando l’opzione mostra di più all’interno di un messaggio di posta elettronica. Con una animazione tridimensionale il messaggio viene dispiegato ed è possibile leggerlo nella sua interezza.

Questo sistema di organizzazione della posta elettronica funziona egregiamente, ma sarebbe davvero perfetto se nella conversazione comparissero anche le mail inviate dall’utente, in modo da tenere traccia di botta e risposta e non solamente delle risposte. Un altro problema secondario: le mail di notifica di Facebook vengono tutte raggruppate sotto un’unica mail, e il risultato è una conversazione con oltre 200 messaggi.

Una funzione che agli utenti di Gmail sembrerà scontata è l’archivio, nel quale è possibile salvare le mail importanti o di interesse in maniera che siano facilmente. Basta giusto un clic per separare un messaggio dal resto della posta.

Un’ultima nota d’onore va alla ricerca di Mail, che introduce un nuovo sistema che permette di scorrere rapidamente e con precisione tra le migliaia di messaggi di posta elettronica che ammuffiscono nella vostra casella di posta elettronica. Scrivendo nella barra di ricerca è possibile definire separatamente le persone che hanno a che fare con il messaggio (indicando se sono citate nel messaggio, se cercate una mail che loro hanno inviato a voi o che voi avete inviato a loro) e separatamente è possibile cercare una o più parole nel testo della mail o nel suo soggetto.

Anche Mail può essere usata in full screen, ma non è necessario sfruttare tutti i pixel del vostro schermo per riuscire comunque a orientarvi con un colpo d’occhio nella vostra posta.

Il Finder

Il Finder nella sua versione 10.7 risulta decisamente rinnovato, almeno per quanto riguarda l’aspetto grafico e alcune funzionalità.
Tra le funzionalità più richieste e apprezzabili c’è senza dubbio la possibilità di effettuare il merge di cartelle con lo stesso nome, senza quindi più essere costretti a sovrascriverle o interrompere l’operazione. Funzione questa piuttosto ritardataria, visto che su altri sistemi operativi si tratta della norma, e che quindi può suscitare facili ironie, ma comunque apprezzabile.

Lo stesso discorso vale per la possibilità di ridimensionare le finestre a partire da qualsiasi lato e/o angolo si voglia e non più necessariamente quindi dall’angolo in basso a destra, che perde così la caratteristica grafica di un tempo.

Una delle funzioni che però ritengo più utili del nuovo finder è “Tutti i miei documenti”, che elenca tutti i file contenuti nel disco a prescindere da dove questi siano salvati. In vista icona il risultato è quello di avere dei Cover Flow di tutti i file divisi per tipo. Veramente niente male.

Sulla cosmesi e quindi la parte grafica del nuovo Finder, credo si siano ormai spesi i proverbiali “fiumi di parole”. Può piacere o meno, come è ovvio che sia, ma il nuovo Finder di Lion offre una sensazione di pulizia ed efficienza superiore alle versioni precedenti. Efficienza che comunque sembra essere anche reale e non solo una mera sensazione in molte delle operazioni comuni di tutti i giorni.

La reattività e velocità del Finder sembrano indubbiamente aumentate, soprattutto se le paragoniamo alle ultime versioni di Snow Leopard.

iCal

Quello che ovviamente salta all’occhio del nuovo iCal è sicuramente la somiglianzacon la sua controparte dedicata a iOS, nello specifico su iPad. L’aspetto grafico è ripreso in maniera più che sostanziale e devo dire che l’effetto finale è piuttostopiacevole.

La possibilità di utilizzare iCal a schermo intero, unita alla funzione Resume di OS X Lion, rende disponibile ad ogni avvio un calendario che, almeno dal punto di vista grafico, non si era mai visto (o almeno, io non avevo mai visto). Considero l’avere sempre a disposizione il calendario a schermo intero con una semplice gesture un plusnon da poco.

Un’altra aggiunta, della quale però devo ancora scoprire l’utilità, è la possibilità di visualizzare il calendario “per anno”. Il colpo d’occhio non è affatto male (mi scuserete, ma nelle schermate mancano parecchi calendari, che avrei dovuto comunque cancellare per la privacy) ma, come dicevo, al momento mi sfugge l’utilitàdella cosa.

Forse col passare degli anni ci si potrà rendere conto della preponderanza di certi eventi piuttosto che di altri e/o organizzare il proprio calendario di conseguenza.

Rubrica Indirizzi

Si tratta forse dell’applicazione di sistema più bistrattata e criticata da quando è stata rilasciata la prima developer preview di OS X Lion. Probabilmente a ragione, perché se è vero che la nuova veste grafica (anche questa ripresa da iOS) è lasciata al gusto personale e quindi può piacere o meno, è altresì vero che nulla è stato aggiunto a livello di funzionalità a una delle Applicazioni di default più povere di Mac OS X.

Se possibile anzi, è stato tolto qualcosa, perché ora non è più possibile la vista a 3 colonne, utile per spostare i vari contatti nei gruppi che desideriamo.

Fortunatamente è ancora possibile attivare la voce di “Debug” nel menu tramite un comando da Terminale, così da poter visualizzare un “Pannello di selezione delle persone presenti” (un nome peggiore, no?), utilizzabile anche per spostare i contatti nei vari gruppi senza dover per forza passare da una vista all’altra di Rubrica Indirizzi continuamente.

Launchpad

Possiamo tranquillamente affermare che Launchpad è l’icona dell’avvicinamento di Mac OS X a iOS, se mi è consentita la pessima analogia. Però è la realtà dei fatti, almeno per quanto riguarda l’aspetto estetico.

È forse l’unica cosa di Lion alla quale non mi sono ancora abituato. Trovo ad esempio molto scomodo tornare al classico scroll con il Magic Trackpad su Snow Leopard e non faccio caso alle lucine sotto le icone del Dock che tanto hanno fatto imbestialire in giro per la rete.

Ma di Launchpad faccio proprio fatica a ricordare l’esistenza, è più forte di me. La mia sensazione è che l’utente di lunga data di Mac OS X difficilmente lo utilizzerà in maniera attiva, perché è già abituato a raggiungere le proprie Applicazioni in tanti modi, tutti validi e rapidi.

Credo proprio che Launchpad sia dedicato a tutti quei nuovi utenti, magari catturati all’utilizzo di un Mac proprio grazie ai dispositivi touch di Cupertino, che non hanno visto altro in vita loro. In senso buono ovviamente, lungi da me qualsiasi traccia di snobismo.

Se ci pensiamo bene, per una persona che non ha mai utilizzato un Mac, avere con una semplice gesture tutte le proprie App a portata di mano e ordinate per categorie è sicuramente impagabile. Vagli a spiegare scorciatoie da tastiera o ricerche Spotlight… Non ce n’è più bisogno.

Non è nemmeno escluso che anche noi “vecchi” ci si abitui, perché Launchpad èdecisamente molto bello e a partire dalla versione GM di OS X Lion, seppur ancora un po’ lento, tende a funzionare piuttosto bene, anche su Mac un po’ datati.

Una volta organizzate le Applicazioni per bene, non è detto che risulti più comodo e funzionale anche per i vecchi geek poco dediti ai cambiamenti epocali.

AirDrop

Fra le novità presenti in Lion c’è anche AirDrop, una nuova feature che renderà molto più semplice e veloce la condivisione di file e contenuti fra due Mac connessi alla stessa rete. AirDrop, cui si può accedere direttamente dalla barra laterale, nel Finder, mostra con una grafica molto intuitiva tutti i dispositivi connessi presenti “nei paraggi”. Basta poi un semplice drag & drop per iniziare il trasferimento di un file, che il Mac “ricevente” dovrà accettare tramite apposito pop-up. Da segnalare che il trasferimento del file, che sfrutta il protocollo Bonjour, avviene su connessione criptata ed è quindi un operazione totalmente sicura. Non una caratteristica rivoluzionaria, dunque, ma sicuramente una piacevole aggiunta che semplificherà la vita a chi condivide spesso file fra più Mac.

Gesture multitouch

Una chiave di lettura costante di Lion è l’utilizzo sempre più pervasivo delle cosiddettegesture per controllare soprattutto la gestione delle finestre con dei semplici movimenti delle dita. Sempre tramite l’apposito pannello delle Preferenze del touchpad è possibile configurare una serie di gesture che vanno dal semplice swipe per scorrere tra le varie pagine di un documento a dei più complessi pinch con pollice e tre dita per attivare LaunchPad o per mostrare la scrivania.

Con un semplice swipe a tre dita verso l’alto, invece, è possibile attivare Mission Control, che sarà illustrato con maggiore dettaglio fra qualche paragrafo. Devo dire che utilizzare le gesture più complesse con il solo MagicMouse può risultare abbastanza scomodo e, soprattutto, la precisione nel riconoscimento non è elevatissima viste le dimensioni limitate della superficie. Risulta molto più comodo e funzionale, invece, l’utilizzo delle gesture con il touchpad integrato in tutti i MacBook o con il Magic Trackpad, sicuramente progettato per essere compatibile al 100% con il nuovo sistema operativo. Il video sottostante mostra l’utilizzo delle gesture all’interno di OS X Lion.

Spotlight

E’ da sempre uno degli strumenti più invidiati dalla concorrenza (leggi Microsoft) soprattutto per la precisione e per la capacità di trovare file sperduti nel filesystem in pochi istanti. Non poteva non essere migliorato anche Spotlight all’interno di Lion. La configurazione è rimasta la stessa, ovvero è possibile solamente scegliere con quale priorità devono essere mostrate determinate categorie di file all’interno dei risultati. Le novità principali riguardano il funzionamento vero e proprio e l’integrazione con il già noto Quick Look.

Con Lion, infatti, sarà possibile visualizzare l’anteprima dei file direttamente dairisultati di una ricerca effettuata tramite Spotlight, come potete vedere dall’immagine sottostante. E’ possibile anche effettuare lo scroll dell’anteprima visualizzata in questo modo. Un ulteriore dettaglio riguarda l’evidenziazione della parola chiave cercata con Spotlight nei risultati della ricerca. Inoltre, è possibile trascinare i file direttamente dall’elenco dei risultati nelle finestre del Finder. Sarebbe utile l’aggiunta di un menù “Apri con…” per selezionare direttamente all’interno dei risultati quale applicazione utilizzare per eseguire/visualizzare il file.

Mission Control

Una delle nuove caratteristiche di Lion è l’introduzione di questo pannello di controllo dal quale è possibile osservare e gestire tutte le finestre delle applicazioni con un semplice colpo d’occhio. Con un’apposita gesture si può attivare Mission Control e tutte le finestre aperte si raggruppano per applicazione, mentre le applicazioni a schermo intero appaiono come miniature in alto (come se avessero un desktop dedicato) ed è possibile scorrere tra un’applicazione a schermo intero e l’altra tramite un semplice swipe a due dita verso destra o verso sinistra. Anche la dashboard è sempre visibile in questo modo. Inoltre, spostando il mouse nell’angolo in alto a destra è possibile creare un nuovo desktop all’interno del quale aprire nuove applicazioni e finestre.

Mission Control può essere pensato come una sorta di Exposè molto più potente e funzionale. Sembra molto comodo e utile per chi è abituato ad avere sempre molte applicazioni e finestre aperte e con un po’ di abitudine credo sarà in grado di modificare enormemente il modo in cui utilizziamo i nostri Mac. Per rendere meglio l’idea, non a caso, Apple stessa lo definisce “il centro di comando del Mac”.

App a tutto schermo

Anche in questo caso, il tentativo dichiarato è quello di portare la semplicità di iOS su OS X, però con qualche aggiunta.

Ogni applicazione infatti può essere aperta a schermo intero ed ottenere un desktop dedicato, proprio come avviene con iOS in cui una sola applicazione alla volta può essere visualizzata sul display. Con OS X Lion è sufficiente uno swipe sul trackpad per passare da una app in full screen all’altra o per tornare alla Scrivania e accedere alle altre a nostra disposizione. Vedremo se le gesture per passare da un’app all’altra saranno abilitate anche su iOS, evitando la doppia pressione del tasto home per passare da un’app all’altra.

Autosave, Versioni e Resume

Con Lion, Apple sembra prestare particolare attenzione al salvataggio dei file su cui lavoriamo con il nostro Mac, in modi differenti ma tutti apparentemente molto utili.

Con Autosave, ad esempio, OS X Lion salva automaticamente il lavoro, senza creare copie per non occupare troppo spazio su disco. Con l’opzione-lucchetto, invece, si rende impossibile la modifica accidentale del file. Per modificare un file “locked” è necessario effettuare l’unlock del file o creare un duplicato del file stesso.

Versioni invece sembra funzionare come una sorta di Time Machine ad hoc per il file su cui si sta lavorando. Ogni volta che apriamo il file infatti, Lion crea automaticamente una versione e ogni ora ne salva una, in modo da poter tornare comodamente a uno stato precedente.

Anche Resume risulta molto interessante e comodo quando abbiamo la necessità di riavviare il Mac ma non vogliamo riaprire tutte le applicazioni in esecuzione. Grazie a questa funzione potremo riavviare il Mac senza dover prima chiudere tutte le applicazioni che abbiamo aperto. Una volta riavviato, troveremo il Mac esattamente come prima del riavvio. Da che esiste il personal computer infatti, il salvataggio dei file e la chiusura “disattenta” delle applicazioni sono problemi che hanno afflitto la quasi totalità degli utenti, Mac e non. A chi non è mai capitato di riavviare con un documento aperto e non salvato, perdendo così le ultime modifiche? Purtroppo, anche se è evidente, queste funzioni saranno disponibili solo su quelle applicazioni compatibili con Lion. Attualmente devo dire che funziona con tutte le applicazioni più diffuse.

Conclusione

OS X Lion è un upgrade particolarmente sostanzioso, diverso e più radicale rispetto all’ottimizzazione avanzata che fu Snow Leopard per chi al tempo aveva Leopard. Illook and feel del sistema cambia e prende a prestito il meglio di OS X. Chi teme una eccessiva iOS-izzazione di Mac OS X può dormire sonni tranquilli: le caratteristiche che Lion eredita dall’esperienza dell’iPad sono perfettamente integrate. In qualche caso Apple può aver leggermente forzato la mano, ma nel complesso l’esperienza d’uso che offre Lion è ottima, OS X è stato ulteriormente migliorato senza essere affatto snaturato e l’upgrade (che sia immediato o avvenga fra qualche settimana per i meno coraggiosi) è caldamente consigliato a tutti.

FONTE: TheAppleLounge

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Lorenzo Lanzarone

Administrator
Software Engineer presso Open Data, Gruppo Zucchetti. Administrator di TechEarthBlog e ViewSoftware. Dottore Magistrale in Informatica. Sito web: www.lorenzolanzarone.it